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Mal di schiena Alterazione anatomica Spina dorsale

Quando il mal di schiena deve preoccupare

Quando il mal di schiena deve preoccupare

Di mal di schiena ne soffrono quasi tutti, non c’è dolore più comune, batte persino il mal di testa.


Per fortuna però è sintomo di qualcosa di grave in un caso su mille ed è raramente connesso a patologie preoccupanti. Sbagliato è poi pensare di correlare l’intensità del dolore che si prova ad una malattia grave, perchè il dolore acuto non è un parametro sufficiente per arrivare a porre diagnosi.

In ogni caso il dolore è un sintomo di un disturbo da non trascurare ed è importante accertarne subito le possibili cause e soprattutto curarlo con le dovute attenzioni, perché un mal di schiena trascurato può diventare un grosso limite anche per le attività che quotidianamente siamo tenuti a compiere e può arrivare a condizionare la qualità di vita per lungo tempo. Il mal di schiena cronico è definito come un dolore che dura più di tre mesi. 

In generale, chi soffre di dolore alla schiena, accusa il problema in punti del corpo ben definiti e in determinate fasce orarie (mal di schiena notturno), facilitando al medico la possibile diagnosi

Mal di schiena benigno

Il dolore lombare acuto può apparire improvvisamente dopo un trauma e quando il mal di schiena arriva all’improvviso ed è così forte da togliere il fiato, è in genere una forma di lombalgia che si risolve in qualche giorno prendendo farmaci antinfiammatori. Spesso però il dolore può andar via da solo, senza bisogno di azioni di nessun genere o di somministrazione di medicinali, poiché è causato solo da lievi contratture o “nodi muscolari” che provocano dolore intenso. In caso di dolore persistente i tutori della linea Lite cross possono essere indicati per il trattamento.

Mal di schiena notturno

Quando arriva il mal di schiena durante la notte, nella maggior parte dei casi dipende da un errore di postura, una posizione sbagliata assunta nel corso della giornata che si riflette sula muscolatura una volta sdraiati, quando si rilassa e la struttura ossea si allunga.  Potrebbe essere che anche il materasso e il cuscino non aiutino a risolvere il problema se non sono adatti a favorire l’allungamento della colonna nel modo corretto.

Altre cause potrebbero essere patologie come artrite, scoliosi, stenosi spinale, che consiste in un restringimento della colonna vertebrale, fratture, ernie del disco e in generale discopatie. Potrebbe però manifestarsi anche in caso di calcoli renali, dolori mestruali, endometriosi,  tendinopatie, infezioni alle ossa, come nel piede diabetico. Il dolore notturno alla schiena non deve però essere drammatizzato e vissuto come possibile spia di una malattia grave, certamente, se persiste, non deve però essere trascurato.

Mal di schiena e reumatismi

Il mal di schiena può anche essere dovuto a malattia reumatica. È decisamente più grave, ma sempre non allarmante. Se il dolore, in genere di carattere lombare, dura da circa tre mesi, aumenta con il movimento e diminuisce a riposo, nella maggior parte dei casi ha cause meccaniche, e quindi può trattarsi di artrosi o patologie dei dischi vertebrali, come le spondiloartriti, che comportano alterazioni sia a carico della colonna vertebrale sia a carico delle articolazioni e dei tendini degli arti, o di Spondilite anchilosante, una forma di artrite infiammatoria che colpisce la colonna vertebrale. 

Il mal di schiena in questi casi inizia prima della mezza età e tende ad aumentare anche se in modo non regolare. Nei casi sopradescritti di lombalgia cronica possono essere utili, oltre ai farmaci e agli interventi di fisioterapia, anche dei ausili ortopedici quali i busti bassi per la stabilizzazione e lo scarico del rachide lombare, con stecche di rinforzo rigide modellabili della linea SAT orthoservice o i tutori ortopedici Orthoservice Ro+Ten della linea Litecross con pelotte lombari termoformabili, guide posteriori per l’inserimento delle stecche di rinforzo parte addominale rinforzata da stecche a spirale in posizione obliqua e tiranti elastici per un sostegno variabile e personalizzato ma molto efficace per lo scarico della colonna vertebrale.

Quando è necessario preoccuparsi

Il mal di schiena deve essere immediatamente indagato quando subentra incontinenza sia della vescica sia dell’intestino, intorpidimento agli arti inferiori o alla zona lombare, soprattutto in caso di incidente o trauma, perché questi sintomi potrebbero indicare una lesione o una compressione al midollo. Inoltre, è importante chiedere il consulto del medico se il dolore continua a peggiorare o se dura da più di un mese.

Esistono 3 segnali precisi che sono da prendere in considerazione se si soffre di mal di schiena, anche se in generale non riguardano situazioni d’emergenza:

  • Se si ha dolore per almeno 6 settimane.
  • Se la schiena fa molto male e il dolore tende a peggiorare senza avere alcun miglioramento anche coi farmaci.
  • Se il dolore è notturno.

Questi tre casi non debbono essere per forza considerati come un campanello d’allarme per qualcosa di grave in atto, ma possono rappresentare indizi utili per lo specialista ortopedico.

Ci sono poi dei fattori di rischio da tenere in considerazione, che sono:

  • L’età: sotto i 20 anni e sopra i 55 sono le fasce in cui si evidenzia lombalgia con maggiore frequenza.
  • Un lieve e doloroso picchiettio sulla colonna vertebrale.
  • Brividi o febbre che non sembrano avere cause specifiche.
  • Dolore nella parte alta della schiena
  • Perdita di peso, specialmente se rapida e inspiegabile
  • Utilizzo di steroidi (e soprattutto l’abuso non in ambito clinico), l’abuso di sostanze stupefacenti e l’HIV.
  • Sistema immunitario debole, con una storia familiare di malattie autoimmuni con aumento di fastidi che colpiscono le gambe come intorpidimento, formicolio e debolezza.
  • Incontinenza o difficoltà a urinare.
  • Intorpidimento della zona inguinale con trascinamento di un piede per la significativa perdita di forza nella gamba.

Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata o eventuali dubbi.

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