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Tallonite Postura scorretta

La tallonite

La tallonite

La tatalgia plantare, detta anche tallonite, colpisce il calcagno con un dolore acuto, cause e rimedi.


I piedi svolgono funzioni essenziali per il corpo umano: assorbono buona parte del peso corporeo, consentono una posizione eretta stabile e permettono la deambulazione. E’ facile comprendere come le patologie del piede possano ripercuotersi anche gravemente sull’assetto corporeo, generare instabilità e squilibri che possono causare patologie, incidenti e sindromi dolorifiche non solo nel piede ma anche in altre aree del corpo: ad esempio l’alterato appoggio su un piede può sbilanciare la postura, causando dolori lombari alla schiena.

La parte posteriore del piede che assorbe gran parte del peso in stazione eretta e funge da ammortizzatore durante il movimento, è il tallone: anatomicamente si trova nel retropiede inferiore in corrispondenza dell’osso del calcagno ed è spesso sede di dolore più o meno accentuato. Per definire questo dolore viene utilizzato genericamente il termine di tallonite, o talalgia plantare per indicare un complesso insieme di patologie che riferiscono sensazioni dolorifiche a livello di calcagno.

La sede esatta del dolore (posteriore, interna, laterale) è importante per sospettare determinate patologie, tenendo in considerazione che a volte possono verificarsi più patologie in associazione tra loro: alcune di queste patologie determinano dolore diffuso a livello del calcagno,  altre si esprimono causando dolore nella regione più mediale (interna) o in quella laterale, altre ancora causano sintomi nell’estremità posteriore del tallone. 

 Cause

Tra i fattori di rischio che predispongono a talalgia possiamo identificare prima di tutto il sovrappeso, responsabile di ipercarico a livello plantare; in secondo luogo una postura del corpo errata, così come l’utilizzo di scarpe scomode e strette. Anche l’esercizio fisico eccessivo o le attività lavorative svolte in piedi per lunghi periodi possono scatenare dolore a livello del retropiede. Infine le donne in gravidanza per l’aumento del peso e per il gonfiore dei piedi possono essere spesso a rischio di tallonite.

Le condizioni patologiche che più frequentemente sono responsabili di tallonite sono:

-La fascite plantare: infiammazione dell’aponeurosi plantare, una fascia sottile e resistente che si trova   sotto la cute della pianta del piede e che si estende dal calcagno fino alle dita dei piedi. Insieme al tendine di Achille questa fascia consente di ammortizzare e di sopportare il peso corporeo durante la deambulazione. I microtraumi ripetuti, i dimorfismi del piede ( piede piatto e piede cavo), la stazione eretta prolungata, sport come la corsa e il salto concorrono a creare questa infiammazione. Spesso è presente una spina calcaneale, che è espressione della reazione dell’osso all’infiammazione della fascia plantare nel punto in cui questa si inserisce al calcagno. Il dolore è localizzato in sede posteriore, ma può anche estendersi in modo diffuso a tutta la pianta del piede, specialmente sul suo alto interno.

-Tendinopatie inserzionali del tendine achilleo: si verificano dove il tendine di Achille con la sua estremità distale si inserisce sul calcagno e causano un dolore nella regione posteriore del retropiede, più in alto rispetto alla fascite. L’ infiammazione dei tessuti che circondano il tendine (guaine e borse) determina una sofferenza progressiva del tendine con possibile degenerazione  e rottura dello stesso, soprattutto in caso di tendinopatie croniche. Le tendiniti acute del tendine achilleo determinano un dolore acuto e trafiggente, che rende quasi impossibile la deambulazione.

-Il morbo di Haglund: il dolore, sempre posteriore, è determinato da una prominenza ossea nell’angolo posterio-superiore del calcagno (sperone calcaneale) che entra in conflitto con il tendine di Achille e la borsa retrocalcaneale, generando borsite e sofferenza del tendine.

-La malattia di Sever o apofisite calcaneale: tipica dei bambini e adolescenti per la sofferenza del nucleo di accrescimento (che nei bambini permette alle ossa di accrescersi) presente nella tuberosità del calcagno, determina dolore in sede postero- inferiore. Regredisce da sola una volta che il nucleo di accrescimento si ossifica 

-quando oltre al dolore si avvertono intorpidimenti, formicolii e sensazioni di scossa elettrica, può essere presente una compressione del nervo tibiale posteriore o dei suoi rami.

- Le malattie metaboliche e reumatiche: malattie come gotta, artrite reumatoide, lupus, diabete si manifestano spesso con tendinopatie croniche, ricorrenti, anche bilaterali e sono responsabili di demineralizzazioni ossee, di erosioni o di iperostosi.

-Sindrome cuscinetto adiposo : l’invecchiamento, i microtraumi e il sovrappeso comportano una diminuzione di volume del cuscinetto adiposo calcaneale (atrofia) che comporta una minore azione ammortizzante con dolore in sede posteriore plantare.

- altre patologie come le sinostosi astragalo-calcaneali, i tumori, l’edema midollare del calcagno (che causa decalcificazione dell’osso) . Anche le tendinopatie dei peronieri e del flessore lungo delle dita che causano rispettivamente dolore e tumefazione sul lato esterno o interno del tallone, possono essere causa di tallonite.

Diagnosi

Oltre alla sede di dolore e alla raccolta dei sintomi e della storia personale (sport praticati, malattie preesistenti, traumi, ecc), in caso di tallonite possono essere utili per la diagnosi la radiografia dei piedi sotto carico (in stazione eretta) e l’ecografia muscolotendinea per individuare il coinvolgimento di tendini, fascia o muscoli. Nel caso di diagnosi dubbie verrà richiesta una risonanza magnetica o un elettromiografia nel caso di neuropatie.

Prevenzione

Prevenire la manifestazione di dolore al calcagno è fondamentale vista la frequenza con cui spesso recidiva e le implicazioni invalidanti che comporta nelle attività quotidiane e lavorative.

  • ridurre il peso corporeo
  • utilizzare scarpe adeguate in particolare non eccessivamente basse, ed utilizzare un plantare o tallonetta che migliori l’ipercarico sul calcagno: l’uso di queste tallonette o plantari assorbenti sia nelle attività quotidiane (soprattutto per chi cammina molto o sta molto in piedi) che nelle attività sportive (eventualmente rinforzate) è in grado di apportare beneficio e di evitare spiacevoli recidive di tallonite nei soggetti a rischio.
  • fare stretching prima dell’attività sportiva,
  • correggere eventuali difetti di postura

Trattamento

Essendo la tallonite un complesso insieme di sindromi dolorose, per giungere ad un trattamento idoneo occorre la diagnosi corretta della patologia responsabile di tallonite. In linea generale il consiglio è quello di mettere il piede a riposo funzionale per un periodo variabile fino a 15 giorni. Localmente è possibile applicare del ghiaccio sull’ area dolorante ed eventualmente applicare pomate o gel antinfiammatori. Trattamenti specifici come infiltrazioni, mesoterapia, fisioterapia sono da concordarsi in base alla patologia sottostante. In alcuni casi se il trattamento conservativo fallisce, l’opzione chirurgica verrà presa in considerazione, soprattutto in caso di borsiti retrocalcaneari , morbo di Haglund, gravi tendinopatie e fasciti plantari.


Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata o eventuali dubbi.

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