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Epicondilite Tendini infiammati

L’Epicondilite

L’Epicondilite

Dal gomito del tennista alla postura da mouse; come curare e prevenire il dolore di un’infiammazione sempre più diffusa.


Cos’è 

Si parla di epicondilite per indicare un disturbo a carico del gomito, dovuto alla degenerazione di un tendine a livello della sua inserzione ossea sull’epicondilo omerale (piccola sporgenza ossea terminale dell'omero che si trova nel gomito). In pratica i tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito (epicondilo laterale) si infiammano come conseguenza di un uso eccessivo e ripetuto del gomito e a causa del sovraccarico tendineo dovuto a una continua sollecitazione dei muscoli epicondiloidei (quei muscoli, cioè, che permettono l'estensione del polso e delle dita della mano): è il caso di chi gioca spesso a tennis, perché questo sport è in assoluto l'attività che espone a maggior tensione le strutture muscolo-scheletriche interessate dal disturbo. Difatti, questa condizione, che provoca dolore anche molto intenso, viene volgarmente detta “gomito del tennista”. È un disturbo molto comune che in Italia riguarda dall’1% al 3% della popolazione e la fascia di età più colpita è quella tra i 25 e i 60 anni. 

Si manifesta particolarmente nelle persone che esercitano determinate attività sportive (oltre al tennis, lo squash, la scherma, il golf, ecc.) o lavorative (muratore, sarta, pittore, cuoco, violinista ecc.), oppure per la ripetizione costante di movimenti che interessano gomito, polso e mano, come banalmente l’utilizzo del mouse o la digitazione sulla tastiera del computer.

Se non trattata correttamente diviene una malattia degenerativa, che peggiora con il passare del tempo.

Sintomi

I sintomi del gomito del tennista, che sono quelli tipici dell’infiammazione, si sviluppano di solito gradualmente. In genere, non esiste una specifica lesione violenta associata all'esordio del quadro clinico. Il dolore associato all'epicondilite laterale dapprima interessa soltanto i tendini, soprattutto quando si compiono movimenti di estensione del polso contro una resistenza, e tende ad aumentare con le attività che richiedono il coinvolgimento dei muscoli nell'arto interessato.

All’inizio, perciò, compaiono dolore e gonfiore localizzati sulla parte esterna del gomito, in corrispondenza dell'epicondilo laterale, in seguito compare un dolore diffuso nella parte esterna dell'avambraccio, appena sotto il gomito, che può irradiarsi persino lungo il braccio verso il polso e nella parte posteriore della mano. I sintomi spesso peggiorano durante le attività dell'avambraccio, in particolare durante i movimenti di torsione, come quando si gira una maniglia della porta o si apre un barattolo. 

La forza nella presa con la mano diviene debole e dolorosa mentre si stringono tra le mani piccoli oggetti relativamente pesanti.

C’è infine un peggioramento del dolore con i movimenti del polso, in particolare con l'estensione e i movimenti di sollevamento e compare rigidità mattutina.

Nella maggior parte dei casi, il dolore inizia con lieve intensità e lentamente peggiora nel corso di settimane e mesi. Con un abuso protratto nel tempo, la manifestazione dolorosa può persistere anche a riposo, determinando la progressiva riduzione della funzionalità di mano, polso e gomito. Un episodio di epicondilite laterale può durare, di solito, tra i sei mesi e i due anni. Tuttavia, la maggioranza delle persone tende a recuperare entro un anno.

Diagnosi

Durante la visita specialistica, il medico accerta la provenienza del dolore attraverso la palpazione diretta e la ricerca dei segni di tumefazione locale. Per diagnosticare l’epicondilite, i fattori che verranno considerati sono:

  • l’entità dei sintomi
  • la professione svolta
  • lo svolgimento di determinate attività sportive

Poi lo specialista esegue dei test:

  • Palpazione dell'epicondilo laterale: il medico esegue una pressione nel punto di inserzione dei muscoli epicondiloidei, mentre si chiede al paziente di muovere gomito, polso e dita;
  • Test di Cozen: valuta la presenza di dolore all'estensione contro resistenza di polso e dita a gomito esteso;
  • Test di Mills: rileva l'insorgenza del dolore alla pronazione forzata con polso flesso e gomito esteso.

Per escludere altre cause alla base del disturbo (come artrite reumatoide, neuriti, altre condizioni reumatiche o artrosiche del gomito), possono essere consigliate ulteriori indagini:

  • Radiografia sistema scheletrico
  • Ecografia muscolo tendinea
  • Elettromiografia (EMG)

Terapia

L'epicondilite, se non trattata adeguatamente, può recidivare o cronicizzare.

Il primo passo verso la guarigione consiste nel far riposare il braccio colpito durante il periodo in cui l'infiammazione è in fase acuta. Inoltre, è fondamentale cercare di evitare, per diverse settimane, l'attività che ha provocato l'insorgenza del problema e che potrebbe ulteriormente aggravare il disturbo. 

Le applicazioni locali di impacchi freddi da porre contro il gomito per pochi minuti, più volte al giorno, possono contribuire a lenire il dolore e a ridurre il processo infiammatorio. Farmaci antidolorifici e antinfiammatori possono aiutare ad alleviare il dolore, insieme a tutori specifici per l’epicondilite da portare durante il giorno, per impedire i movimenti dolorosi, garantire il riposo dell'arto e alleviare i sintomi. In particolare i cinturini per epicondilite sono tutori specifici a forma di bracciale che vanno posizionati sull’avambraccio a circa 4 dita di distanza dal gomito: questi cinturini permettono una compressione mirata grazie alla presenza di una fascia elastica dosata e di un pressore che riduce la tensione sull’inserzione osteotendinea epicondilare, evitandone il sovraccarico funzionale.

Altre soluzioni terapeutiche possono derivare da cicli di agopuntura, magnetoterapia, tecarterapia, laserterapia, ultrasuoni in acqua o ionoforesi con antinfiammatori o cicli infiltrativi con corticosteroidi.

La fisioterapia può essere raccomandata se il gomito del tennista è più grave o persistente. Le tecniche di terapia manuale, come il massaggio e altre manipolazioni, possono aiutare ad alleviare il dolore e la rigidità dell'articolazione. Inoltre, il fisioterapista è in grado di mostrare al paziente gli esercizi specifici per mantenere il braccio in movimento e rafforzare i muscoli dell'avambraccio. 

Se i sintomi non migliorano dopo 6-12 mesi di trattamenti convenzionali, il trattamento chirurgico rimane la soluzione. La maggior parte delle procedure per il gomito del tennista può comportare:

  • La rimozione della parte di tessuto danneggiata, per alleviare i sintomi dolorosi;
  • La disinserzione parziale dei tendini estensori del polso e delle dita;
  • Perforazioni multiple di parte dell’osso per garantire un aumentato apporto di sangue e favorire la guarigione

L'approccio chirurgico più adatto al paziente dipende da una serie di fattori, che includono la gravità del danno, le caratteristiche fisiche dell'individuo e le sue condizioni di salute generali. Il trattamento chirurgico può essere effettuato per via percutanea, artroscopica o incisionale e in genere viene eseguito in day hospital, raramente richiedono il pernottamento in ospedale. 

Dopo l'intervento chirurgico, il braccio può essere immobilizzato temporaneamente con un tutore, sempre per evitare di fare movimenti dolorosi e per garantire il riposo dell’arto. Dopo circa una settimana, i punti di sutura vengono rimossi, così come il supporto e vengono avviati gradualmente gli esercizi riabilitativi di rafforzamento per ripristinare la funzionalità del gomito.


Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata o eventuali dubbi.

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